Avrai sentito dire che soprattutto nei primi mesi di alimentazione complementare i bambini non hanno bisogno di grandi quantità di fibre, questo perché le fibre tendono a dare sazietà senza una buona dose di energia.

Infatti, le fibre sono un insieme di sostanze che appartengono per la maggior parte alla famiglia dei carboidrati, che però il nostro apparato digerente non è in grado di digerire e assorbire. In parole povere: un pasto ricco di fibre come quello che dovrebbe assumere un adulto tenderebbe a riempire il bambino senza soddisfare le sue esigenze nutrizionali del momento che richiedono soprattutto energia data da grassi, proteine e carboidrati. E per questo motivo che nel primo anno di vita è meglio evitare gli alimenti integrali, favorire legumi decorticati, sgusciati o passati e proporre solo piccole quantità di verdure, in questo modo imparerà comunque a conoscerle e prenderà confidenza con gusti, consistenze e profumi. Apro però una parentesi: questo vale in linea generale e cioè quando preparo un piatto per il bambino! Ovviamente non sarà un problema se ci saranno sporadiche eccezioni, come l’assaggio di qualche fusillo integrale dal piatto della mamma, di una pasta e fagioli non passata o se capiterà di stuzzicare bastoncini di verdure cotte al vapore in quantità più abbondante perché molto interessato. Sono eccezioni.

svezzamento e stitichezza

Nel secondo anno di vita, invece, è utile iniziare ad abituare un po’ per volta il microbiota intestinale al consumo di questi alimenti, così che dopo i 2 anni si possano favorire soprattutto quelli. Non possiamo pensare di inserirli di colpo tutto a un tratto. È necessario un allenamento graduale! L’intestino ha bisogno di essere educato a piccoli passi ed è importante osservare i segnali che manda, sin dai primi giorni di svezzamento. Il giusto equilibrio lo abbiamo quando il bambino non fa fatica a fare la cacca e le feci sono formate (se allattati al seno è normale siano ancora morbide e tendenti più o meno al giallo). Ogni bambino ha la sua naturale frequenza di evacuazione, c’è chi la fa più volte al giorno e chi ogni qualche giorno (ci sono bimbi che la fanno ogni 4-5 giorni e stanno benissimo!). Si parla di stitichezza quando il bambino fa fatica e prova un disagio. Tendenzialmente se la cacca è poca e molto dura, siamo probabilmente di fronte a un caso di stitichezza (ma confrontatevi sempre anche col pediatra, non prendete iniziative). Se tutto a un tratto il bambino fa molta fatica potrebbe essere per colpa delle troppe fibre assunte nello svezzamento: la si definisce stitichezza con effetto paradosso proprio perché di solito la ricchezza in fibre invece aiuta gli adulti, ma non i bambini! Altre causa potrebbe essere la quantità di cibo assunta dal bambino rispetto al latte (che nei primi mesi deve rimanere l’alimento principale). Spesso basta evitare completamente le fibre per 1-2 giorni o tornare a un’alimentazione solo a base di latte per migliorare la situazione.

Articolo scritto da Elena Aprile - visita il suo sito web per maggiori informazioni Dietista Elena Aprile

elena aprile dietista

Mi chiamo Elena, sono una dietista che ha scoperto la passione per la cucina con cui amo trasmettere il concetto importante che gusto e salute possono far parte della stessa tavola. Sono mamma di Emma e Cesare che mi hanno fatto riscoprire la meraviglia di rallentare e il desiderio di ambire alla migliore versione di me stessa. Grazie a loro ho capito che voglio essere la mano che accoglie e accompagna le donne e le mamme a volersi bene, a nutrirsi loro per prime per poi nutrire al meglio a loro volta, dallo svezzamento alla crescita. Mi piace regalare sorrisi e mangiare cioccolato. Per me il cibo è anche profumo di ricordi. Sono molto legata alla tradizione e alle mie radici, ma amo che l’innovazione ci porti verso un nuovo benessere. “Il mio mulino” è la mia casa attuale, ma porta con sé la storia dei miei nonni, la loro cura e dedizione. Seguimi su

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