Parto in casa: tutto quello che devi sapere per una scelta consapevole

Parto in casa: tutto quello che devi sapere per una scelta consapevole

Gravidanza

Il parto in casa è un argomento molto controverso che divide medici e ostetriche su posizioni contrastanti. Vediamo insieme come funziona in Italia e rispondiamo ai dubbi più frequenti.

Chi può partorire in casa?

Ci sono dei requisiti fondamentali per poter partorire in casa, in assenza dei quali non è possibile proseguire in sicurezza e quindi bisognerà optare per un parto in ospedale. Ecco i parametri richiesti:

  • gravidanza fisiologica, cioè a basso rischio;
  • travaglio tra 37 e 41+6 settimane;
  • il feto deve essere singolo, con presentazione cefalica e battito cardiaco senza alterazioni – sono quindi escluse donne con gravidanze gemellari o con bambini non in posizione cefalica – e non deve presentare patologie fetali;
  • la mamma non deve avere febbrepressione alta, non deve soffrire di obesità né di diabete gestazionale, non deve presentare malformazioni uterine o soffrire di malattie croniche materne (es. epilessia);
  • la struttura ospedaliera deve trovarsi al massimo a 30/40 minuti dall’abitazione;

Come funziona in Italia il parto in casa?

Se sei in gravidanza e desideri partorire in casa, in Italia ci sono due possibilità:

  1. Parto assistito da un'ostetrica ospedaliera o del consultorio - questa soluzione è limitata a pochissime aree geografiche e i costi sono a carico del Servizio sanitario nazionale.
  2. Parto assistito da un'ostetrica libera professionista – questa è la soluzione più accessibile e i costi sono a carico della donna anche se in alcune regioni (Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Lazio e provincia Autonoma di Trento) sono previsti dei rimborsi fino all'80% della spesa. Le linee guida dell’ Associazione Nazionale Culturale Ostetriche Parto a Domicilio suggeriscono di farsi seguire da due ostetriche.

Quanto costa partorire in casa?

In Italia, un parto in casa costa in media 2300/2500 euro. Questa cifra è indicativa e si riferisce solo al parto: la maggior parte delle ostetriche sono libere professioniste pertanto ognuna ha un proprio tariffario. Inoltre, sono escluse da questa cifra le visite del post-parto e quelle durante la gravidanza se le si desiderano.

partorire in casa ostetrica

Cosa fare per partorire in casa?

Se si rientra nei parametri necessari per partorire in casa, si possono contattare delle ostetriche (assicurandosi che abbiano fatto dei corsi specifici sulla gestione delle emergenze a domicilio) e concordare con loro come procedere. Ovviamente non vi è una vera presa in carico definitiva fino ad un paio di settimane prima del termine poiché non si possono avere certezze sulla condizione fisica di mamma e bambino.
Firmando la documentazione, le ostetriche garantiscono la loro reperibilità. In assenza di condizioni particolari, l’ostetrica tende ad intervenire il meno possibile per garantire un supporto discreto alla mamma – le visite vengono fatte ogni 3/4 ore circa. Subito dopo la nascita, il bambino viene posto sul petto della mamma per favorire il contatto pelle a pelle. Il cordone in genere viene tagliato dopo un'ora circa e nel frattempo avviene l'espulsione della placenta. Le ostetriche restano con la mamma e il neonato per circa tre-cinque ore dopo il parto, controllando pressione e frequenza cardiaca della mamma, perdite di sangue, l'attaccamento del bambino e altri parametri essenziali.

Cosa avviene nel post parto?

Prima di tutto si contatta il pediatra che visiterà il bambino in genere una decina di ore dopo il parto. Inoltre, due giorni dopo la nascita l'ostetrica effettua al neonato il test per lo screening delle malattie metaboliche. Nei primi 3-5 giorni dopo il parto, l’ostetrica fa una visita quotidiana in cui si valutano i parametri clinici della mamma e del neonato (es. il calo fisiologico), e si dà supporto emotivo e gestionale alla neomamma.

E in caso di emergenza?

Le Linee guida del NICE (Istituto Nazionale per la Salute e l'Eccellenza nella Cura del Regno Unito) dicono chiaramente che, in caso di gravidanza a basso rischio, il parto è in genere molto sicuro sia per la mamma sia per il neonato. Quando comincia il travaglio, le ostetriche allertano l’ospedale di riferimento, che non deve trovarsi a più di 30-40 minuti di distanza dall'abitazione. Queste professioniste hanno inoltre una preparazione su come affrontare l’emergenza in attesa dell’arrivo dei soccorsi.

Partorire in casa in Italia: i dati e la posizione della Società Italiana di Neonatologia

In Italia non abbiamo dati certi ma si stimano circa 1000 parti all’anno a domicilio o in casa maternità, quindi lo 0,2% dei poco più di 400.000 nati ogni anno. Alcune donne optano per il parto in casa per vivere questa esperienza in un ambiente più intimo e confortevole o a seguito di un’esperienza negativa in ospedale. Negli ultimi mesi, questa tendenza sembra essere aumentata dalla volontà di evitare gli ospedali, per effetto della pandemia da Covid-19 in corso. “Peculiarità del parto in casa sono una maggiore intimità, nessuna procedura medicalizzata se non in caso di necessità e la possibilità di essere seguite con assistenza appropriata dall'ostetrica di fiducia”, spiega Marta Campiotti, Presidente dell’Associazione Nazionale Ostetriche Parto a Domicilio e Casa Maternità.

parto in casa

Da uno studio del 2019 dell'Istituto Mario Negri che ha coinvolto 424 donne italiane, è emerso che il desiderio d’intimità è la prima motivazione di chi ha scelto il parto a domicilio (321), mentre il desiderio di un parto “più naturale” e il rapporto di fiducia con le ostetriche hanno spinto le restanti (103) ad optare per delle case di maternità.


Questa scelta non è condivisa dalla Società Italiana di Neonatologia (SIN); il prof. Fabio Mosca che ne è presidente ha sottolineato in occasione della Giornata Internazionale del Parto in casa che L’ospedale è sempre il posto più sicuro dove partorire […] anche in tempo di coronavirus, i nostri punti nascita sono più che mai protetti, con personale dedicato e percorsi separati per accettazione ostetrica, sale parto, puerperio e nido”. Al contrario, un parto in ambiente extra-ospedaliero può rivelarsi potenzialmente pericoloso anche nelle condizioni ideali, poiché è più difficile affrontare gli imprevisti. Il punto cruciale su cui si sviluppa la discussione riguarda la sicurezza, per mamma e bambino. La SIN ha una ferma opposizione nei confronti del parto in casa: "Anche nelle condizioni ideali non è possibile escludere la possibilità che si presentino complicazioni che metterebbero a rischio la salute di mamma e bambino e che implicherebbero un necessario ed immediato trasferimento in ospedale, anch'esso di per sé rischioso". Inoltre, occorre considerare che esisterebbe un aumento del rischio di patologie neonatali rispetto a un parto programmato in ospedale.

Secondo Maurizio Bonati, direttore del Laboratorio per la salute materno-infantile dell'Istituto Mario Negri di Milano, non è necessario polarizzare lo scontro: "Ormai molti studi documentano che nelle donne senza fattori di rischio, seguite in modo appropriato durante la gravidanza e con assistenza appropriata durante il travaglio, il parto e nelle ore successive, il rischio di partorire a casa o in casa di maternità è simile a quello di partorire in ospedale".

La discussione rimane comunque in sospeso poiché non esistono dati certi e sufficienti per decretare in maniera certa che il parto in casa sia più rischioso di quello in ospedale o che, al contrario, sia ugualmente sicuro.

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